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STUDI

2° World Energy Pulse

Conflitc, Covid, Climate Change: gli impatti della crisi

Pubblicato il 22-09-2022

2° World Energy Pulse - Conflict, Covid, Climate change: gli impatti delle crisi

I risultati del secondo sondaggio WEC

A partire dall’aprile 2022 il World Energy Council ha ingaggiato la propria community internazionale per indagare con una serie di sondaggi come gli “shock energetici globali” innescati dalle recenti crisi (il Covid, il conflitto ucraino, il cambiamento climatico) impattino sulla transizione energetica.

I risultati del primo sondaggio sono stati aggiornati nell’agosto 2022, attraverso una seconda tranche di interviste che hanno coinvolto quasi seicento leader energetici parte della comunità internazionale WEC.

La nuova release del Pulse evidenzia un rinnovato interesse per la sicurezza energetica, l’accesso all’energia e la sostenibilità, le tre dimensioni che definiscono per il WEC il Trilemma dell’energia. Allo stesso tempo però testimonia come stia scemando l’ottimismo rispetto alla velocità della transizione energetica. Secondo molti degli intervistasti infatti, l’attuale crisi energetica e le difficoltà che i sistemi energetici mondiali stanno attraversando possono infatti causare un rallentamento nel processo di Transizione.

Uno sguardo ai risultati

Secondo i leader dell’energia, l’attuale crisi energetica produrrà squilibri ancora per diverso tempo. Il 58% degli intervistati si dice convinto che occorreranno ancora da uno a cinque anni per un ritorno alla stabilità, mentre per il 16% una ripresa richiederà un tempo ancora maggiore. Una visione maggiormente eterogenea emerge nella valutazione delle sfide che attendono il sistema energetico percepite come prioritarie. Tra le molteplici crisi che hanno investito la comunità globale, vengono messe in evidenza la sicurezza energetica europea; il cambiamento climatico; l’aumento del costo della vita; il nesso tra le crisi alimentare, idrica ed energetica; l’interruzione delle catene di produzione e la pandemia. Se a seguito della guerra russa in Ucraina il tema della sicurezza energetica in Europa è diventato decisamente prioritario per gli intervistati dei Paesi UE, nelle restanti regioni analizzate il cambiamento climatico rimane la problematica centrale, e destano grande preoccupazione l'aumento del costo della vita e la crisi alimentare-idrico-energetica.  

Proseguono sia la tendenza declinante della globalizzazione, che quella in crescita della regionalizzazione delle sfide di sicurezza: il 43% degli intervistati prevede un futuro più frammentato (43%) o fortemente bipolare (30%) del sistema energetico globale, mentre solo il 19% crede in un aumento della cooperazione internazionale. Le sfide poste dal bilanciamento del Trilemma Energetico risultano sempre più di carattere globale, ma le strategie introdotte e la percezione dei vari livelli di priorità si differenziano di Paese in Paese. Nella regione africana,  l’equità dei prezzi dell’energia energetica risulta elemento prioritario per la maggior parte degli intervistati, mentre in Asia, Medio Oriente e Nord America il focus è posto sulla sostenibilità ambientale; infine la sicurezza energetica risulta la sfida principale per gli intervistati di Europa e America Latina.  

Le opinioni sul futuro della transizione energetica sono discordanti e divise, con diverse interpretazioni in merito alle  conseguenze dell’attuale crisi energetica: per il 44% degli intervistati, il percorso di Transizione subirà un rallentamento, mentre per il 42% sarà accelerata. Dal punto di vista regionale, in Africa, Asia, America Latina e Nord America prevale la convinzione che la transizione verrà rallentata, mentre in Europa e Medio Oriente è maggioritaria una visione più ottimista sui tempi del processo.

Cresce invece a livello globale l’esigenza percepita di una transizione che sia giusta, equa ed inclusiva.  Il 48% degli intervistati identifica come strumento principale per raggiungere gli obiettivi prefissati in questo senso lo sviluppo delle tecnologie quali accumuli,  idrogeno, le reti intelligenti e  la cattura e stoccaggio delle emissioni. Segue al secondo posto l'importanza data all’efficienza energetica. Questi trend appaiono diffusi in tutte le regioni analizzate, ad esclusione del Medio Oriente, unica area in cui l’opinione maggioritaria si concentra sulla gestione energetica dal lato della domanda.  

L’inclusività sociale della transizione registra invece scarsi risultati, con il 57% degli intervistati che evidenzia come non ci siano segnali di modelli bottom-up di partecipazione alla transizione, ovvero politiche, progetti o innovazioni che direttamente coinvolgano nella loro ideazione e implementazione i cittadini su cui andranno ad impattare. Tra i quesiti posti dal sondaggio, anche gli ambiti di intervento dei governi ritenuti prioritari. Il 30% degli intervistati richiede un intervento sulle infrastrutture energetiche, il 22% un maggior supporto alla ricerca e il 17% modifiche ai sistemi di tassazione. Seguono sussidi specifici e aiuti finanziari alle imprese, ma c’è anche chi ritiene non sia necessario un intervento governativo. Per proteggere i consumatori dall’impatto della crisi energetica, secondo il sondaggio i governi dovrebbero, nell’ordine: finanziare programmi di efficienza energetica, dare sussidi alle fasce più vulnerabili della popolazione, ridisegnare il funzionamento del mercato e operare su responsabilità sociale. Tra le soluzioni che si ritiene i governi dovrebbero mettere in atto per incrementare la sicurezza energetica nazionale, la voce principale spetta  al potenziamento della rete elettrica e alla diversificazione di generazione energetica, seguite  dalla diversificazione dei fornitori energetici, dall’aumento della resilienza a livello nazionale e locale, dall’aumento dell’efficienza nei consumi finali e dall’incentivazione dei consumi sostenibili.

Le soluzioni di diversificazione, sia delle fonti che dei fornitori, sono considerate nuovamente prioritarie nelle regioni analizzate, e vengono concepite in relazione alle nuove tendenze della sicurezza energetica nel contesto degli attuali scenari geopolitici.