Analisi: Quotazioni in oscillazione in attesa di un chiarimento del quadro

Quotazioni in oscillazione in attesa di un chiarimento del quadro

L’indicatore del caro-energia in Europa ancora in calo ma l’attenzione resta d’obbligo

Di Vittorio D'Ermo (Articolo pubblicato su QuotidianoEnergia del 13 marzo 2023)

[ css=".vc_custom_1678967978817{padding-top: 0px !important;}"]Nel commentare i rialzi registrati nella prima settimana di marzo, favoriti dalle buone notizie sull’economia reale americana, si era evidenziata la minaccia rappresentata dall’atteggiamento delle autorità monetarie decise a non abbassare la guardia di fronte alla persistente minaccia inflazionistica . Così,  già nel corso della scorsa settimana, il capo della Federal Reserve Powell ha annunciato di essere pronto ad aumentare i tassi di interesse oltre quanto previsto ad inizio d’anno per contrastare la resilienza dell’inflazione, aumentando le preoccupazioni per la continuità del movimento di ripresa . I prezzi del petrolio hanno immediatamente risentito di questo annuncio in quanto la ripresa della domanda avviene già in contesto difficile dove non mancano i segnali dell’impegno di molti governi ad accelerare sulla via della transizione  . In realtà dietro le continue oscillazioni di queste ultime settimane, legate a fenomeni abbastanza contingenti e di breve durata, i prezzi del petrolio sono abbastanza stabili intorno ad  una media di circa 82 $/b ,nel caso del Brent,  in attesa di un chiarimento sulla effettiva evoluzione della domanda specialmente da parte dei due principali attori : gli Stati Uniti e la Cina, sullo sfondo del drammatico prolungarsi del conflitto tra Russia ed Ucraina con il suo impatto negativo sulle relazioni internazionali e sugli scambi di merci e prodotti. Un prolungato stato di attesa sembra meglio descrivere la condizione dei mercati energetici ed in particolare di quello petrolifero all’approssimarsi della stagione primaverile una volta trainata dalla ripresa della domanda di benzine che però non rappresentano più la parte più rilevante della domanda di prodotti . Gli  ultimi dati dell’EIA Doe sul sistema americano, pur contenendo elementi potenzialmente a favore di un recupero dei prezzi, non hanno bloccato la tendenza alla riduzione : sono risultate infatti in riduzione le scorte commerciali di greggio e di benzina mentre anche la produzione ha registrato una flessione mentre si consolidano le voci di difficoltà per nuovi sostanziali amenti del contributo dello shale-oil nei prossimi anni . D’atra parte la domanda di prodotti ha registrato una riduzione portando la distanza dal livello di un anno fa  a 2,2 milioni di b/g una cifra di assoluta rilevanza sul bilancio petrolifero mondiale. In questo contesto la quotazione  del Brent, dopo un inizio di settimana in rialzo sino a 85,7 $/b, si è poi mosso al ribasso sino alla seduta di venerdì che ha registrato un recupero sino  a quota 82,8  $/b rispetto ad una media settimanale di 83,1  $/b ed a quella da inizio dicembre pari a 82,30 $/b. La media settimanale del WTI è stata pari a 77,4  $/b ma con una quotazione di chiusura nella giornata di venerdì di 76,7 $/b sempre lontano da quota 80 toccata, negli ultimi mesi, solo  in poche occasioni. Nella giornata di venerdì la notizia del fallimento della Banca della Silicon Valley ha provocato forti ribassi sui mercati finanziari  con il rischio di contagio anche per i mercati energetici   se il fenomeno dovesse allargarsi . Il clima di incertezza si è riflesso anche sulle quotazioni dei prodotti con andamenti differenziati . Il prezzo medio settimanale CIF della benzina, sul mercato del Mediterraneo, è stato pari   a 867,6 $/t, in aumento   rispetto a quella precedente, e con una chiusura di settimana di 861,5 $/t. La quotazione media del diesel nello stesso periodo è scesa a 828,8  $/t e con una  quotazione nella giornata di venerdì di 826,3  $/t  . Lo svantaggio nei confronti della benzina  dopo una fase di restringimento si è di nuovo allargato sino a quasi quaranta dollari per tonnellata ; la spiegazione va da una maggiore richiesta di benzina ad un miglioramento delle condizioni di approvvigionamento del diesel da paesi ed aree diverse dalla Russia . La quotazione media settimanale dell’olio combustibile, a basso tenore di zolfo, si è collocata a   489,1  $/t rispetto ai 494,1 di quella  precedente mentre l' olio c. ad alto tenore di zolfo   stato scambiato a 410,3   $/t , in netto aumento,  con  Il differenziale tra i due prodotti che si è ristretto a circa 80  $/t . I margini di raffinazione hanno subito un modesto miglioramento   rispetto alla settimana precedente . Con riferimento ad un greggio tipo Brent, lavorato a TRC (Topping ,Reforming e Cracking ) il margine di raffinazione   si è attestato  in media settimanale poco sopra i  12  dollari    per barile, mentre   quello relativo ad un greggio medio con le caratteristiche dell‘Ural, come ad esempio il Dubai, con maggiori rese di prodotti medi, si è mosso intorno ai  13  dollari per barile  ; il margine per un greggio tipo Iranian Heavy si è mosso verso i 10   dollari per barile. I prezzi del gas naturale all’HUB TTF , che nella prima parte della settimana sembravano voler confermare la tendenza al ribasso hanno registrato nella giornata di venerdì un sensibile rialzo sino a 54,5 EURO/MWh contro la media dei quattro giorni precedenti pari a 44,5 EURO/MWh ancora inferiore a quella della settimana precedente. Una nuova incognita per la nuova settimana. L’indicatore QE   del caro-energia in Europa, rappresentato dalla media dei prezzi del Brent e del gas scambiato all’HUB olandese TTF, ambedue espressi in dollari per barile, si è attestato a  80,8 $/b rispetto agli 82,2 di quella precedente ma l’attenzione è d’obbligo.

Vittorio D'ermo - Articolo pubblicato su Quotidiano Energia del 13 Marzo 2023

Vittorio D'Ermo è Economista dell'energia; Consulente e pubblicista su temi di energia e ambiente; Docente e Professional Fellow WEC Italia. È stato Vicepresidente e Direttore dell'Osservatorio Energia di AIEE - Associazione Italiana Economisti dell'Energia.