Mercati oil, le incertezze economiche hanno preso il sopravvento sui fondamentali

Vittorio D'ermo - Articolo pubblicato su Quotidiano Energia del 2 Maggio 2023

Nuovi ridimensionamenti dei prezzi del petrolio di fronte ai rischi collegati alle accresciute incertezze sui mercati finanziari; la benzina sempre in prima posizione sul mercato dei prodotti che esprime prezzi che migliorano di poco i margini di raffinazione; l’indice del caro energia in Europa ancora in discesa grazie alla riduzione dei prezzi di gas e petrolio.

L’ultima settimana di aprile è stata caratterizzata da una nuova flessione delle quotazioni dei principali greggi con la rottura delle soglie di supporto indicate dall’analisi tecnica. Le incertezze e le preoccupazioni sul piano economico e finanziario hanno gradualmente preso il sopravvento su qualsiasi altra considerazione legata ai fondamentali in verità non molto brillanti.
La dimensione finanziaria, con il timore di nuovi crolli e il pericolo di contagi, è comunque quella che più sta spingendo alla cautela gli operatori per i possibili effetti a catena di rialzi dei tassi di interesse mentre il clima politico internazionale rimane caratterizzato dall’estensione dei focolai di crisi che si sono aggiunti al conflitto tra Russia ed Ucraina per la cui soluzione è in atto un tentativo di mediazione da parte della Santa Sede.

La soluzione della crisi della banca “First Republic”, che ha già fatto scattare una serie di misure di emergenza, e che sarà acquisita dalla J.P .Morgan , costituirà un banco di prova importante per verificare la stabilità del sistema USA ma, in realtà, dell’intero sistema delle relazioni economiche mondiali dove la Cina sta aumentando il suo ruolo grazie alla debolezza della Russia .
In questo clima difficile il Brent è andato perdendo posizioni sino a giovedì 27 aprile quando il suo prezzo è sceso sotto la soglia degli 80 $/b dopo aver sfiorato i 90 $/b al culmine del i ciclo rialzista della prima metà del mese. Nel corso della settimana infatti il mercato non ha prestato attenzione ai pur numerosi segnali che in altre occasioni avrebbero determinato risposte di tipo rialzista. I dati settimanali dell’EIA Doe hanno infatti evidenziato a fronte di una consistente riduzione delle scorte di greggio e di benzina e di una di una flessione della produzione interna un aumento della domanda che, nel caso della benzina, ha toccato i 9.5 milioni di b/g.

Anche il sequestro di una petroliera nel Golfo Persico da parte della marina iraniana, come reazione ad un preteso intervento analogo da parte americana, non ha suscitato particolari reazioni diversamente dal passato. Così nonostante un modesto recupero nella giornata di venerdì la media settimanale del prezzo del Brent è stata pari a 81,2 $/b in netto calo rispetto agli 84,5 di quella precedente ed anche alla media da inizio mese pari a 84,8 $/b. All’inizio della seduta di oggi il Brent è scambiato di nuovo sotto la soglia degli 80 $/b una chiara indicazione della persistenza dello stato di incertezza. La media settimanale del WTI è scesa a 76,9 $/b sotto la soglia psicologica degli 80 $/b e con quotazioni giornaliere sempre sotto questo livello di allarme e inizio maggio a 75,7 $/b.

I prezzi dei prodotti hanno registrato nuove sensibili flessioni nonostante un modesto tentativo di recupero in fine settimana. Il prezzo medio della benzina, CIF Genova , in media settimanale si è attestato a 833,8 $/t, rispetto agli 867,2 di quella settimana precedente ed alla media da inizio mese di 891,8 $/t evidenziando l’entità della riduzione . La quotazione media del diesel è scesa a 716,8 $/t segnando anche un aumento del differenziale con la benzina sino a 117,0 $/t che sottolinea la peculiarità del fenomeno. La quotazione media settimanale dell’olio combustibile, a basso tenore di zolfo è scesa a 500,5 $/t; in riduzione anche l' olio c. ad alto tenore di zolfo scambiato a 438,5 $/t, con Il differenziale tra i due prodotti che è salito oltre i 60 $/t . I margini di raffinazione hanno subito variazioni positive rispetto alla settimana precedente pur rimanendo su livelli quasi dimezzati rispetto ai valori di inizio mese.

Con riferimento ad un greggio tipo Brent, lavorato a TRC (Topping ,Reforming e Cracking ) il margine di raffinazione si è attestato in media settimanale sopra i 6 dollari per barile, mentre quello relativo ad un greggio medio con le caratteristiche dell‘Ural, come ad esempio il Dubai, con maggiori rese di prodotti medi, si è mosso sopra gli 8 dollari per barile ; il margine per un greggio tipo Iranian Heavy si è mosso intorno ai 5 dollari per barile. I prezzi del gas naturale all’HUB olandese TTF si sono mossi ancora sotto la soglia dei 50 EURO /MWH confermando la tendenza ribassista ; la media settimanale è stata pari 33,6 EURO /MWH rispetto ai 41,2 di quella precedente ed ai circa 100 dello stesso periodo del 2022. L’ interesse per l’utilizzo di questa fonte, in termini calorici tornata sotto la parità con il petrolio, ha trovato quindi una nuova conferma . L’indicatore QE del caro-energia in Europa, rappresentato dalla media settimanale dei prezzi del Brent e del gas scambiato all’HUB olandese TTF, ambedue espressi in dollari per barile, è sceso a 74,5 $/b per l’effetto combinato delle riduzioni di petrolio e gas. Nell’ultima settimana di aprile 2022 questo indicatore si muoveva intorno ai 140 $/b, un buon segnale per gli utilizzatori .

...

...

...

...

...

...

L'autore

Vittorio D’Ermo è Economista dell’energia; Consulente e pubblicista su temi di energia e ambiente; Docente e Professional Fellow WEC Italia. È stato Vicepresidente e Direttore dell’Osservatorio Energia di AIEE – Associazione Italiana Economisti dell’Energia.