L'analisi: petrolio ancora condizionato dalle difficoltà sui mercati finanziari

Petrolio ancora condizionato dalle difficoltà sui mercati finanziari

Di Vittorio D'Ermo (Articolo pubblicato su QuotidianoEnergia del 27 marzo 2023)

[ css=".vc_custom_1680092400127{padding-top: 0px !important;}"]Nonostante le molte assicurazioni e gli interventi delle autorità monetarie sui due lati dell’Atlantico il malessere che colpito il mondo finanziario continua a manifestarsi aumentando le preoccupazioni per un significativo rallentamento della ripresa economica già minacciata dai rialzi dei tassi di intessi che nella scorsa settimana hanno interessato in particolare gli Stati Uniti. Il  pericolo di contagio all’area dell’Unione Europea del dissesto  del Credit Suisse, con il seguito di discussi interventi  della Banca Centrale Svizzera, era stato valutato come poco probabile per la solidità del sistema UE; purtroppo, in chiusura di settimana, una ondata di sfiducia si è abbattuta su una delle principali banche tedesche, la Deutsche Bank, in relazione all’aumento dei costi assicurativi per far fronte ad un possibile default della stessa  ; la sua  quotazione  in borsa ha subito infatti una riduzione di oltre il 10 % che si è estesa ad altri titoli bancari e poi ai principali listini europei . Sul mercato petrolifero Il tentativo di recupero della prima parte della settimana è così rapidamente  svanito spostando nel tempo il ristabilimento di un clima di maggiore di fiducia a cui puntano gli operatori che, al contrario, vedono sempre più restringersi il campo per lo sviluppo della domanda alla Cina ,all’India e ad  altri paesi asiatici che stanno  scontando delle condizioni particolarmente favorevoli per l’acquisto di greggio e prodotti russi . I prezzi del petrolio, in mancanza di spunti di particolare interesse all’interno del proprio settore, hanno continuato a muoversi in linea con le indicazioni  poco brillanti in arrivo dal mondo della finanza e  della cautela delle autorità monetarie  intente a tenere sotto controllo possibili spinte inflazionistiche che, in questa fase, non stanno certo provenendo dal mondo del petrolio e del gas. La quotazione media settimanale   del Brent è stata pari  a 74,0 $/b , rispetto ai circa 75  di quella precedente ; il tentativo di recupero si è interrotto a causa delle cattive notizie in arrivo dal mondo finanziario con una chiusura a quota 73,4  $/b . La media settimanale del WTI è stata pari a 69,3  $/b ma con una quotazione di chiusura nella giornata di venerdì di 69,2 $/b  dopo un tentativo di recupero nei giorni precedenti  a 70,7 $/b. Ancora una volta in questo mese particolarmente difficile spetta  al  mondo della finanza attuare interventi per facilitare il ritorno alla normalità, anche se relativa, sul mercato del petrolio. Il clima di incertezza e di preoccupazione che ha pervaso i mercati finanziari   si è riflesso in modo differenziato sulle quotazioni dei prodotti.   Il prezzo medio settimanale CIF della benzina, sul mercato del Mediterraneo, è stato pari   a 874,3 $/t, in netto aumento rispetto a quello precedente e  con  una chiusura di settimana di 886,0 $/t confermando la tensione su questo prodotto. La quotazione media del diesel nello stesso periodo è scesa a 782,7  $/t con una  quotazione nella giornata di venerdì di 771,0  $/t  in netta controtendenza rispetto alla benzina . Lo svantaggio nei confronti della benzina   si è ulteriormente  allargato sino a  91,6 dollari per tonnellata; a gennaio era il diesel ad essere in vantaggio nella stessa misura. La quotazione media settimanale dell’olio combustibile, a basso tenore di zolfo, è scesa a   435,8  $/t rispetto ai 438,5 di quella  precedente mentre l' olio c. ad alto tenore di zolfo   stato scambiato a 396,6   $/t rispetto ai 410,4 della settimana precedente,  con  Il differenziale tra i due prodotti che si è portato a 39,3   $/t . I margini di raffinazione hanno subito un miglioramento   rispetto alla settimana precedente  grazie alla spinta della benzina . Con riferimento ad un greggio tipo Brent, lavorato a TRC (Topping ,Reforming e Cracking ) il margine di raffinazione   si è attestato  in media settimanale intorno ai 16  dollari    per barile, mentre   quello relativo ad un greggio medio con le caratteristiche dell‘Ural, come ad esempio il Dubai, con maggiori rese di prodotti medi, si è mosso intorno ai  18  dollari per barile  ; il margine per un greggio tipo Iranian Heavy si è mosso intorno ai  15   dollari per barile. I prezzi del gas naturale all’HUB TTF si sono mossi ancora sotto la soglia dei 50 EURO /MWH con una media settimanale di 41,2  EURO /MWH, mentre è aperto il dibattito sull’impatto della prossima stagione acquisti . Il contesto è comunque cambiato come dimostrano i bassi livelli di domanda che continua a risentire degli eccezionali aumenti del 2022 e del mutato atteggiamento dei consumatori. L’indicatore QE   del caro-energia in Europa, rappresentato dalla media dei prezzi del Brent e del gas scambiato all’HUB olandese TTF, ambedue espressi in dollari per barile, è sceso da  75,7  a 72,1 $/b grazie in particolare alla riduzione dei prezzi del gas discesi sotto la parità calorica con il greggio.  

Vittorio D'ermo - Articolo pubblicato su Quotidiano Energia del 27 Marzo 2023

 

Vittorio D'Ermo è Economista dell'energia; Consulente e pubblicista su temi di energia e ambiente; Docente e Professional Fellow WEC Italia. È stato Vicepresidente e Direttore dell'Osservatorio Energia di AIEE - Associazione Italiana Economisti dell'Energia.